A 13 chilometri di distanza da St. Rose, lungo il versante nord-est di Basse-Terre, la strada nazionale N2 ci apre le porte di Lamentin, città di oltre 16.000 abitanti a vocazione prevalentemente industriale.
Fondata nel 1720, il suo nome trae origine dal lamantino, tipico mammifero marino dalle grandi dimensioni del mar dei Caraibi attualmente scomparso nelle acque della Guadalupa.
Nel XVIII secolo i terreni agricoli intorno alla città erano coltivati a caffè, cacao, cotone e canna da zucchero tanto da conteggiare ben 20 zuccherifici.
La crisi dello zucchero del XIX secolo portò lentamente alla chiusura delle distillerie che nel frattempo erano state fondate, concentrando lo sviluppo della città sul turismo e sulla cultura.
Grazie all’architetto Ali Tur, artefice della ricostruzione della città dopo il ciclone del 1928, Lamentin è custode di prestigiose opere architettoniche del primo trentennio del ‘900, come la chiesa della Santa Trinità in stile Art Déco classificata nel 2017 monumento storico e l’antico zuccherificio Grosse-Montagne, fabbrica avviata nel 1918 da Edouard Reimonenq e rilevata nell’anno dell’uragano del 1928 dall’imprenditore della Martinica Charles Simonnet, che purtroppo ne vide la distruzione.
Con la sua ricostruzione, le attività della distilleria ripresero a pieno ritmo concentrando la produzione sul rum agricolo e industriale, attività portate avanti sino al 1994 anno della definitiva chiusura.
Ma nei tempi moderni, la grande vocazione alla cultura della città di Lamentin ha visto sorgere dalle abili mani di importati scultori interessanti opere.
Oggi la città conserva il famoso Karupture, un sito di arte e storia dove prendono posto sculture realizzate da artisti di varie nazionalità.
Tra questi, due sono un omaggio all’abolizione della schiavitù: la “Casa della Schiavitù” e il “Lumi-Naissance”.
La prima opera, realizzata nel 1996 dallo scultore svedese Erik Dietmsn, è un edificio in muratura circondato da catene di navi raggiungibile percorrendo la Rue Paul Valentin.
La seconda, posta su una rotonda situata nelle vicinanze del municipio, è stata invece creata nel 1999 da Pierre Chadru, ed è un omaggio al decreto del 4 febbraio del 1794 con il quale si sanciva per la prima volta l’abolizione della schiavitù.
L’opera raffigura un occhio gigantesco in cemento dell’altezza di 4,50 metri, e i colori rosso, giallo, nero e bianco dei mosaici, richiamano i colori della pelle e della multiculturalità della Guadalupa.
A circa 10 minuti di auto dal centro città, lungo la D1, la città di Lamentin ospita le terme Ravine Chaude, un meraviglioso impianto termale immerso nel lussureggiante paesaggio del Parco Nazionale a 110 metri d’altezza sul livello del mare, punto di raccolta delle calde acque provenienti dal vulcano Soufrière.
Le sue acque ricche di minerali come calcio, potassio, sodio, bicarbonato, magnesio e silice, oltre ad avere le magiche proprietà di ridurre l’intensa fatica fisica, sono un toccasana per la cura dei reumatismi e della sciatica, consentendo ai frequentatori di godere di un confortevole centro benessere.
L’impianto ospita due piscine, una per il relax a 33°, ed una da 25 metri, sportiva, a 28°-30°.
Divertente alternativa alle calde acque dell’impianto termale è l’escursione alla cascata de Bois Bananes, posta a circa cinque chilometri dalle terme, raggiungibile utilizzando un itinerario di facile percorrenza che attraversa i campi della canna da zucchero e la strada forestale di Guyonneau.
La cascata, immersa tra il verde lussureggiante della foresta, ha un salto di circa dieci metri e un accogliente bacino per divertenti e rinfrescanti bagni.
Per evitare la monotonia del percorso d’andata, è possibile percorrere un sentiero alternativo, leggermente più lungo, che devia verso la foresta di Castra, per poi tornare su quello di Guyonneau.
Terme di Ravine Chaude
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